La normalità è diversa

Il 29.9 JURAYA pubblicherà il suo terzo album “After All” al Mühle Hunziken.
Il titolo “dopo tutto”: Juraya si lascia consapevolmente alle spalle gli ultimi 2 anni problematici e celebra la gioia di vivere, vive il momento. After all è un album rock-pop, creato senza una sola nota scritta dal gruppo. Juraya ha creato l’album da sola. Per due settimane Juraya si è bloccato su una collina del Giura francese a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il risultato, con l’aiuto del produttore Marcel Jeker, è un album rock-pop realizzato con cura. I musicisti di Juraya provengono tutti da qualche località del Mitelland, da Neuchâtel a Interlaken. Hanno una cosa importante in comune: l’impulso involontario di fare rock potente e melodioso, di contagiare il pubblico fino a farlo ballare a occhi chiusi, di dargli buone vibrazioni da portare a casa, di farsi assorbire dalla gioia di suonare loro stessi. Il mistero del legame tra i 5 musicisti, che non potrebbero essere più diversi per personalità, tocca anche loro. Il solo pensiero fa accapponare la pelle. La normalità è diversa.

Gli artisti della melodia

Pesche Urfer, voce solista: privatamente insegna agli studenti di integrazione a 1272 m di altitudine. Sul palco è un animale a qualsiasi livello di mare. Nel backstage, agisce come integratore sensibile. Si scatena nel flusso di un brano di fronte a migliaia di spettatori, così come fa con i suoi colleghi musicisti davanti alla tenda acustica nera della sala prove. O tutto o niente. A pieno regime o da fermo. Rapping: no. Note sbagliate? Non lo sa. Pesche è un cantante cristallino, un interprete cristallino del palcoscenico del BEO con sentimento.

GianCarlos Monn, chitarra: in privato è un abile armeggiatore al tornio e all’amplificatore valvolare. Come ex Vionolist e talento per le corde, non sorprende che Carlos abbia dichiarato che la creazione di suoni di chitarra sottocutanei è il suo mestiere inconfondibile. Stabilisce standard elevati per il suo suono e per la sua abilità di duttile tecnica delle dita. Il risultato è una gioia irriconoscibile. Una volta che lo si è ascoltato dal vivo, non ci si può più liberare di lui. Avvincente, potente, eppure senza limiti, sempre in flusso…. un piacere inconfondibile!

Stefan Bregy, pianoforte, synthy: al di fuori della band, la giovane star di Juraya, con radici musicali berlinesi e l’inconfondibile dialetto vallesano, dà a migliaia di studenti la possibilità di creare musica digitale durante le loro lezioni: il suo studio di registrazione mobile. Un orgoglioso “imprenditore da hobby a professione”.  Steffi, la nostra professionista completa senza note (sì, esiste!). Che sia un appassionato di elettrosynth degli anni ’80 o un supersonico pianista di pianoforte a coda da concerto, è il nostro instancabile compositore con una gioia infinita nel suonare (che ora è, comunque…)?

Gli artisti del ritmo

Billy Boy, Jürg Bill. Il bassista dei Juraya e imprenditore della PMI rimane fedele al suo nome. Bill lo prepara. Dirige la sua azienda e produce macchine di pagamento per il trasporto pubblico, per le aziende agricole e per i tram boliviani (luminosi!). Ma il motto musicale della band è “pay it in yourself”: continuamente e incessantemente si dà da fare, concentrato sull’essenziale, quasi senza sosta sul basso. Solido e determinato, lascia spazio ai colleghi solisti liberi. È il direttore.

Adrian Forrer, Adi, Drums&Backvocals: “Dalla terza battuta ho lasciato il continente locale”. Adi descrive il suonare la batteria con la band come l’esperienza di un viaggio meraviglioso. E come padre di tre figli, geologo, manager d’azienda e appassionato di viaggi, ne ha fatti molti.  È così che i testi della vita colorata a volte emergono e trovano spazio nella musica. “Suonare la batteria, che accoppia indispensabilmente il lavoro fisico a quello mentale, ha su di me un effetto come una droga benefica e innocua nell’interazione con i suoni dei colleghi della band”. È un divertimento indescrivibile suonare la batteria e cantare in quel modo.

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